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Laura Rampini


Laura Rampini, umbra di Sigillo (PG), 39 anni, ha due sogni a cui non ha mai rinunciato, lo sport e i viaggi. Ha un primato che è ancora tutto suo: è la prima paracadutista al mondo in carrozzina. Laura, traumatizzata spinale in seguito a un incidente stradale all’età di 22 anni ed era madre di un bimbo di 14 mesi, è una donna fuori dal comune. “Il paracadutismo è una passione che ho fin da piccola – racconta – così come lo sport in genere. Ma la sensazione di lasciarsi andare liberi nel cielo è la cosa a cui non avrei mai potuto rinunciare e anche dopo l’incidente ho sfidato i miei nuovi limiti riuscendo a superarli”. Con oltre cento lanci in solitaria è la prima persona paraplegica al mondo a praticare questa attività. Laura ha partecipato con la sua squadra, la Real Dream, ai campionati italiani di RW4 e mondiali. Ma il “volo libero” non è l’unica passione di Laura, che ama viaggiare e girare il mondo. Insieme a Filippo Landi, paraplegico dal 2005 e plurimedagliato in competizioni nazionali di nuoto, ha dato vita al progetto “Liberamondo” per promuovere lo sport e il turismo nel segno dell’accessibilità e della vita indipendente e avvicinare i disabili al mondo dello sport e dei viaggi. A Happy Hand Laura Rampini, che vive a Ravenna ed è madre di due figli, oltre a raccontarci la sua vita e a mostrarci i filmati delle sue straordinarie performances sportive, sarà anche l’inviata della Web radio di Montecatone.

http://www.liberhando.it

 

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Erica Brindisi


Sul palcoscenico solo lei e la stampella che, come un fedele compagno di danza, accompagna i passi, sorregge i volteggi leggeri, misura lo spazio tra la libertà e il limite. Erica Brindisi ha la sclerosi multipla, ma balla da quando ha sei anni e non ha mai pensato di rinunciare alla sua passione, nonostante la malattia. Anzi, proprio la malattia, è diventata in soggetto che porta in scena, una rappresentazione che sarà la cerimonia di apertura di Happy Hand, sabato 2 Giugno. Nata a Foggia, ma residente a Parma dove si è laureata in Giurisprudenza, Erica ha 31 anni e di mestiere fa l’avvocato presso il Centro servizi per il volontariato di Reggio Emilia. Ha scoperto la danza classica quando era bambina e, crescendo, si è diplomata all’Imperial Society of Teachers of Dancing di Londra. Da pochi anni si è avvicinata al teatro danza, un genere, “in cui non c’è solo la tecnica, ma anche l’interpretazione”. Erica danza con la sua stampella su musiche e testi composti da Giuse Rossetti, alternando parti recitate a ballo; racconta di sé e di come la sua vita sia cambiata all’improvviso con la consapevolezza della malattia, ma lo fa con una grazia e una leggerezza tali che da contraddire quasi il dramma della scoperta. Lo spettacolo di Erica e Giuse Rossetti si intitola SMania di vivere, con le prime due lettere in maiuscolo, a rappresentare anche le iniziali della malattia la Sclerosi Multipla. L’artista collabora con l’Aism.

www.smaniadivivere.com

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Beatrice “Bebe” Vio


Bebe è la nostra dolce mascotte e per noi di Happy Hand questa ragazza di 15 anni incarna la voglia di vivere e crescere nel segno dello sport che ama, la scherma, dei valori in cui crede, la famiglia e l’amicizia. La reginetta delle sfide impossibile ha già battuto due volte Valentina Vezzali, nella scherma seduta ed è stata scelta per portare la Torcia Olimpica alle Paralimpiadi. Essere uno degli ultimi 15 Tedofori di Londra 2012 è un privilegio concesso solo a chi riesce a incarnare un esempio e a rappresentare davvero qualcosa di importante. Beatrice “Bebe” Vio è la prima atleta al mondo che tira di scherma con quattro protesi, perché a causa di una setticemia, i medici che le hanno salvato la vita, sono stati però costretti ad amputarle prima le gambe e poi le braccia. Amica dei più grandi sportivi che ha conosciuto personalmente, molto presto si cimenterà anche nella velocità su pista, come le ha consigliato Oscar Pistorius. Lo scorso anno è venuta a trovarci a Happy Hand e ha detto di essersi molto divertita: l’attendiamo di nuovo a braccia spalancate.
A lei, ragazza straordinaria, la trasmissione Invincibili di Marco Berry ha dedicato una puntata. Bebe, con la sua famiglia, ha creato un’associazione che promuove eventi come i Giochi senza barriere del 21 Aprile 2012 a Mogliano con l’obiettivo di raccogliere fondi per donare ai giovani come lei protesi idonee alla pratica sportiva.

www.art4sport.org

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Norberto De Angelis

Lo hanno soprannominato il Forrest Gump dell’Handbike per l’impresa straordinaria che ha compiuto con la sua bicicletta a mano: i 3798 chilometri della mitica Route 66, la strada della Beat generation che unisce la West Coast alla costa dell’Est. Norberto De Angelis, 47 anni, che vive a Varano Melegari (PR), prima di inventarsi una nuova dimensione di atleta, è stato un campione del football americano, campione d’Europa a Helsinki nel 1987 con la nazionale azzurra, numero 99, linebacker e colonna dei Panther Parma, Seamen Milano, Towers Bologna e Jets Bolzano. Poi il grave incidente stradale che lo ha reso paraplegico. Nel 1992 De Angelis si trovava in Tanzania, volontario in una missione umanitaria. Si è risvegliato dal coma all’ospedale di Parma. Nel 2006 ha scoperto l’handbike, disputando diverse maratone prima dell’impresa americana datata 2009, quei 3798 km da Chicago a Los Angeles percorsi a forza di braccia in 80 giorni. Norberto è il rappresentante del Cip della sua città, Parma, lavora molto con le scuole dove porta la sua testimonianza di uomo e di sportivo che non si è lasciato schiacciare dal destino. Norberto De Angelis è già stato ospite lo scorso anno di Happy Hand e tornerà a trovarci.

www.norbertodeangelis.com

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Tarek il clown


Tarek Ibrahim Fouad Ibrahim, in arte e semplicemente, Tarek, è il clown a rotelle di Happy Hand. Mangiatore di fuoco, fachiro, faccia incipriata, naso rosso, palloncini intrecciati che diventano strani animali, giochi di prestigio: tutto sa fare questo artista bergamasco, madre italiana, papà egiziano. “Fireman” lo chiamavano a Londra, Uomo di fuoco. Tarek, che ha praticato anche la handbike ai massimi livelli nazionali, non ha mai camminato a causa di una displegia spastica neonatale che inutilmente ha cercato di vincere sottoponendosi a 15 interventi chirurgici e, di fatto, a 22 anni di riabilitazione. Cinque anni fa la svolta nella sua vita, quando ha imparato le arti circensi e i segreti dei buskers di strada, diventando uno straordinario artista tuttofare, un clown a rotelle appunto, che ha lavorato anche nelle corsie degli ospedali. “Vedere la gente ridere mi riempie dentro e mi da una grinta inimmaginabile difficile da spiegare, bisognerebbe viverla” . Tarek affronta la vita con uno slogan che è tutto un programma e ci fa capire che siamo al cospetto di una persona davvero speciale: “Vivere la vita che è unica, magnifica” dice Tarek, che ha 29 anni, “cercando di goderla in ogni attimo. Poiché ogni attimo che passa non torna mai indietro”.

 

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Lorenzo Major

“Quali sport pratico? Forse è più semplice che ti dica quelli che non ho fatto”. Se la cava con una battuta Lorenzo Major, 40 anni, nativo di Cavarzere (Venezia), ma residente a Ferrara. Prima dell’incidente motociclistico che lo ha reso paraplegico Lorenzo si era affermato nel karate a livello nazionale e internazionale. Amava profondamente lo sport, qualsiasi disciplina lo ha sempre incuriosito e attirato. E’ stato anche maestro di spinning, poi l’universo che sembrò capovolgersi, come una sorta di nemesi da scontare in vita. Invece è stato l’inizio di una nuova, straordinaria vita da atleta. Prima il tiro a segno, nelle specialità olimpiche della pistola (10m,25m,50m), poi il kayak, 2° ai campionati italiani 2003, poi ancora la scherma, in tutte e tre le armi, fioretto, spada e sciabola. Tiro, canoa e scherma, tre discipline che lo spingono dritto in nazionale. Poteva forse accontentarsi Lorenzo? Neanche per sogno. Alla fine ha scoperto anche il basket in carrozzina e militato nel campionato di serie B con Padova. A Happy Hand, dove è già stato ospite lo scorso anno, si esibirà nella scherma e nella pallacanestro. Conoscendolo, però, non si escludono sorprese (nel 2011 ha testato pure il sitting volley…).

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Francesco Messori

Torna a Happy Hand il nostro amato “Messi” su una gamba sola. Lo attendiamo con gioia, consapevoli che Francesco abbia vissuto un anno di emozioni bellissime, con mamma Francesca e papà Stefano. Lo scorso Giugno, a Happy Hand, il 13enne di Correggio, ha disputato il suo primo torneo di calcetto: fino ad allora si era solo potuto allenare, perché le stampelle gli impedivano di prendere parte alle partite “vere”. Dopo quella prima volta, in cui venne premiato da Fabio Bazzani quale miglior giocatore del torneo, è stato un susseguirsi di emozioni: ha conosciuto il suo idolo Lionel Messi (“E’ mancino come me” dice), e il bomber Alessandro Matri, bomber della sua Juve neo campione d’Italia. Ma il regalo più bello è arrivato a natale quando il Csi gli ha dato il nulla osta per essere cartellinato come un calciatore normodotato. Nella partita d’esordio, a Cremona, subito una doppietta. Con mamma e papà organizzerà un evento “Calcio a modo mio” nella sua Correggio la seconda settimana di Giugno. Quest’anno a Happy Hand dovrà vincere la sfida con un altro coetaneo che gioca con le stampelle: Emanuele Lambertini e forse con un campione come Gianni Sasso, capace di compiere acrobazie incredibili sul campo da gioco, con la sola gamba destra e le inseparabili stampelle.

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Gianni Sasso

Per lui l’impossibile non esiste. Era una promessa del calcio quando perse la gamba sinistra in seguito a un incidente stradale. Con coraggio, tenacia e determinazione ha continuato la sua esistenza quasi nulla fosse accaduto, dedicandosi allo sport, sua grande passione, riuscendo a competere persino con i normodotati come testimonia la prestazione straordinaria alla maratona di Chicago nel 2009, portata a termine (con le stampelle, su una sola gamba) in 4 ore e 35′. L’anno precedente aveva abbassato il limite della categoria alla classicissima di New York, la regina delle maratone, giungendo al traguardo dopo 5 ore, 5 minuti e 44”, migliorando così di quasi un’ora il record di Fabrizio Macchi. Gianni, che vive a Ischia, la terra del nostro immenso maestro di basket e di vita Cesare Covino, gioca anche a calcetto e negli ultimi tempi è sempre più affascinato dalla bicicletta, che ha testato anche su pista di Montichiari (BS). Happy Hand lo attende a braccia aperte, ma se non dovesse riuscire a raggiungerci l’appuntamento con gli amici bolognesi è rimandato a Ottobre, per l’edizione ischitana della nostra kermesse.[/one_third]

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Christian Bernardi

Happy Hand sarà anche l’occasione per fare conoscere al mondo il primo sammarinese a partecipare alle Paralimpiadi. Il Comitato Paralimpico del Titano, nato nel 2006, che figura tra gli enti patrocinanti della nostra manifestazione, si presenterà col suo atleta di punta. Bernardi, nato appunto nella Repubblica di San Marino, alla soglia dei 42 anni, stacca il biglietto per Londra e da solo difenderà l’onore del suo minuscolo Paese nel getto del peso. Nel 1992, è rimasto coinvolto in un incidente stradale, dove ha riportato la paralisi degli arti inferiori, ma poco tempo dopo inizia a riprendere le passioni a lui più care: la musica e lo sport. Nel 2004 si avvicina al mondo del volontariato entrando a far parte della neonata Associazione Sportiva e Culturale Disabili di San Marino “Attiva-Mente”, dove trova gli input necessari per riprendere la sua vena sportiva.

Con l’handbike partecipa a diverse maratone: New York, Berlino, Padova, Roma, anche se Christian ha un debole per il tennis in carrozzina. A Gennaio 2012 in Kuwait Christian ha svolto le visite per ottenere la propria classificazione d’appartenenza (F55), due mesi dopo partecipa ai Campionati Italiani Outdoor di Ancona e a Giugno prenderà parte ai Campionati Europei di Atletica di Standskanaal (Olanda). Poi la storica avventura olimpica, dove porterà anche l’affetto del popolo di Happy Hand.

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Massimo Cuoghi

Ha 43 anni, nato a Modena, ma risiede a Sassuolo. Non ha mai rinunciato alla sua passione, i motori, nonostante l’incidente (in gara) che gli ha fatto perdere l’uso del braccio sinistro. Massimo, grazie alla moto da cross che lo aveva affossato, è riuscito a riemergere dal nulla dove era precipitato e a riconquistare fiducia in se stesso. Con alcune modifiche al mezzo meccanico e un guanto speciale, ideato su misura per le nuove esigenze, ha ripreso a gareggiare, con tanto di licenza Uisp. La sua è una storia di coraggio e di speranza, che vuole condividere con gli amici di Happy Hand e raccontare in compagnia di Laura Rampini domenica 3 giugno

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Susy & Sebastian

Nell’edizione d’esordio di Happy Hand hanno emozionato il pubblico con un’esibizione struggente della loro bravura. Non per niente Susanna Spugnoli e Sebastian Mureddu, toscani d’origine o di adozione, hanno vinto tappe della coppa del mondo di danza in carrozzina, imponendosi sulla ribalta internazionale come una tra le coppie migliori di questa giovanissima disciplina sportiva. Sebastian, ballerino professionista e maestro di ballo, si è recentemente laureato nella danza sportiva più tradizionale campione del Belgio (gareggia appunto con una compagna belga), ma quando afferra delicatamente le mani di Susanna si trasforma e la coppia diventa qualcosa di magico, di unico. I nostri amatissimi campioni torneranno a trovarci anche quest’anno e oltre a un altro saggio della loro straordinaria bravura saranno a disposizione degli ospiti dell’Istituto di Montecatone per una lezione di danza in carrozzina, nell’ambito del Potential Day

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IL LABORATORIO di Claudia Rota

“Da nemo a Nemo” è lo spettacolo messo in scena dalla compagnia Il Laboratorio-Scuola Danza diretta da Claudia Rota, che fa parte di un progetto nato da un laboratorio corporeo ed emozionale. Il titolo ha origine da una conferenza tenuta da Giulio Casini sulla psicanalisi di una canzone di De Gregori (Nemo, il capitano del Nautilus cerca “quello che manca perché non c’è più o non c’è ancora”). Partendo da quella nostalgia che ci portiamo dentro e che ci spinge a ricercare il “senso” della vita, arrivando ai desideri che muovono lo spirito. Emblema e passaggio fondamentale di questo lavoro è il rapporto simbolico delle ballerine (bambine, adolescenti e adulte) con una sedia, rappresentazione della loro stessa vita, con le personali paure, le cadute, gli attimi in cui è meglio fermarsi e quelli nei quali è meglio rifugiare le proprie parole in altrui ascolti. Le coreografie di “Da nemo a Nemo” sono di Claudia Rota, le luci di Gabriele Baldoni, le musiche di Preisner, Kilar, Du Mont, Karaindrou, Lanzias.

L’APsiDa, Associazione Italiana di Psicologia della Danza si interessa all’interazione tra la danza, vista come comportamento complesso, e le componenti che la individuano e definiscono – musica, movimento, percezione, motivazione, età evolutiva, resistenza allo stress, immagine corporea, rapporto con scuola e famiglia e molto altro ancora.
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